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Bandoneonista, direttore e compositore, Aníbal Carmelo Troilo nacque a Buenos Aires l’11 luglio 1914. Juan Amendolaro fu la persona che introdusse Troilo ai segreti del bandoneon; dopo circa 6 mesi il maestro abbandonò il giovane Aníbal , il quale continuò lo studio e la sua evoluzione come bandoneonista autodidatta. All’età di 11 anni partecipò ad un festival di beneficienza organizzato nel “Cine Petit Colon” dove si esibì per la prima volta in pubblico. In seguito a questa sua performance, il proprietario della sala Petit Colon propose ad Aníbal Troilo un contratto di lavoro per aggregarsi all’orchestra che allietava normalmente le proiezioni cinematografiche. Di lì a poco Troilo si ritrovò a suonare in un quartetto di giovani ragazze nel Caffè Ferraro e successivamente, nel 1927, entrò nell’orchestra di Eduardo Ferri interpretando musiche popolari internazionali.

Nel 1928, ad appena 14 anni, creò il suo primo gruppo con il pianista Héctor Lagna Fietta, con il quale si esibì nel “Cine Palace Medrano”. Alla fine del 1930 debuttò nel famoso sestetto Vardaro-Pugliese, condividendo per la prima volta le scene con autorevoli personaggi del tango. Questa formazione, che non incise alcuna registrazione, era composta dal pianista Osvaldo Pugliese, da Elvino Vardaro e Alfredo Gobbi ai violini, Luis Adesso al contrabbasso, dallo stesso Troilo con Ciriaco Ortiz ai bandoneones. Fu proprio l’incontro con Ortiz che influenzò molto il giovane Aníbal nella sua maturazione come musicista e nella definizione di una linea stilistica  definitiva. Una volta sciolto il sestetto, Troilo ebbe l’opportunità di aggregarsi a Tania e Enrique Discépolo in una tournée in Spagna e Nord Africa. Purtroppo la madre di Aníbal si oppose fermamente a questa esperienza, pertanto il suo posto fu occupato da Horacio Pallás, con Lalo Scalise al pianoforte ed Elvino Vardaro al violino. L’anno successivo, Aníbal Troilo fu addirittura richiesto dal leggendario Juan Maglio “Pacho” per integrare la sua orchestra che si esibiva al Caffè  “Germinal” della “Calle Corrientes”. Seguirono partecipazioni con le orchestre di Ciriaco Ortiz (Los Provincianos), di Julio De Caro dove condivise la fila di bandoneones con Pedro Laurenz, una breve collaborazione con il Trio Irusta-Fugazot-Demare, Juan D’Arienzo, Angel D’Agostino, Alfredo Gobbi, ed infine alcune registrazioni con la Orquesta Típica Porteña e la Orquesta Típica Victor diretta da Federico Scorticatti.

Tutte queste partecipazioni furono effettivamente di breve durata, come nella seconda orchestra di Elvino Vardaro con la quale viaggiò a Montevideo, Alfredo Attadía, Juan Carlos Cobián, ed infine il “Cuarteto del 900” composto da Feliciano Brunelli al piano, Elvino Vardaro al violino, Enrique Bour al flauto e lo stesso Troilo al bandoneon. Insieme a José Maria Rizzuti al piano e Vicente Tagliacozzo al violino realizzò un trio esclusivamente dedicato alle incisioni per la casa discografica Victor. Nel 1937, all’età di 23 anni, e con una vasta esperienza maturata anche attraverso i tanti direttori musicali che ebbe, Aníbal Troilo formò la sua prima orchestra che debuttò il 1 luglio 1937 al cabaret “Marabú” ed iniziò ad incidere nel 1938. Componevano quell’orchestra i bandoneonisti Juan Rodríguez “Toto” e Roberto Yannitelli (oltre allo stesso Troilo), Reynaldo Nichele, José Stilman e Pedro Sapochnik ai violini, Juan Fassio al contrabbasso, Orlando Goñi al pianoforte e Francisco Fiorentino come cantante.

Nel 1939, Troilo registrò una serie di brani per la casa discografica Columbia rimasti inediti a causa dell’imminente conflitto bellico che scosse tutto il mondo. Il 1 gennaio 1940, Aníbal Troilo debuttò ai microfoni di Radio El Mundo, si esibì al cabaret “Tibidabo”, e dal 1941 fino al 1950 incise per la casa discografica Victor, segnando così la tappa più importante della sua carriera artistica. Durante la decade del 50, Troilo viaggiò in Cile, Brasile e ripetutamente anche in Uruguay. Nel 1968 si presentò con la orchestra al 1° Festival del Tango a Medellín, Colombia. Aníbal Troilo fu sempre un uomo molto attaccato alle sue abitudini quotidiane e poco propenso a viaggiare con una certa frequenza. Si segnalano, infatti, solo due viaggi: il 25 maggio 1971 a New York, invitato dall’Ambasciata Argentina negli USA, e nel 1972 a Madrid unitamente ad una ambasciata culturale in visita nella capitale spagnola.

Sia il teatro che il cinema furono contesti che attrassero l’interesse di Aníbal Troilo. Nel primo caso, il maestro partecipò a “El patio de la Morocha” nelle stagioni 1954/55 nella sala “Enrique Santos Discépolo”, prese poi parte nel 1956 alla messa in scena de “Caramelos surtidos” al Teatro Presidente Alvear, “Tango en el Odeon” nel 1965 nella sala omonima, “Troilo 69” nel Teatro Dante e “Simplemente Pichuco” nel 1975 di nuovo al Teatro Odeon. Tra le sue partecipazioni cinematografiche, segnaliamo “Mi noche triste” del 1952 diretto da Lucas Demare, “Vida nocturna” del 1954 e “Buenas noches Buenos Aires” del 1964 diretti da Hugo Del Carril.

Contestualmente al ruolo di direttore, dal 1953 partecipò al quartetto Troilo-Grela insieme a Edmundo Saldivar al “guitarrón”, Enrique Diaz “Kicho” al contrabbasso e Roberto Grela alla chitarra. Le ultime registrazioni di questa formazione, che divenne un quintetto, avvennero nel 1963 con Eugenio Pró al contrabbasso, Ernesto Baez al “guitarrón” e le chitarre di Roberto Grela e Roberto Lainez.

A partire dal 1968 Troilo fece parte di un quartetto con il quale registrò per l’etichetta Victor composto da Ubaldo Del Lio alla chitarra elettrica, Rafael Del Bagno al contrabbasso, Osvaldo Berlinghieri, prima, e José Colángelo, poi, al pianoforte. Troilo fu premiato diverse volte con il “Martín Fierro”, il massimo riconoscimento della Asociación de Periodistas de la Televisión y Radiofonía Argentinas. Il pubblico lo acclamò come “El bandoneón mayor de Buenos Aires” ed i suoi colleghi lo omaggiarono con temi come “Pichuco” (Armando Pontier), “Con T de Troilo” (Jorge Caldara), “El último bohemio” (Alfredo Gobbi), “Troilo” (Osvaldo Fresedo), “Bandola triste” (Raúl Garello), “Aníbal Troilo” (Julio De Caro), “Color Tango” (Julián Plaza), “Pichuqueando” (Domingo Mattío). Anche i poeti Julián Centeya, Héctor Gagliardi, Homero Expósito, Julio Camilloni, Carlos Carella, Acho Manzi e Alberto Mastra, tra gli altri, dedicarono versi in suo onore.

Orlando Goñi, José Basso, Carlos Figari, Osvaldo Berlinghieri, Osvaldo Manzi e José Colangelo furono i pianisti che accompagnarono l’orchestra di Troilo durante la sua carriera da direttore. Alcuni tra i bandoneonisti che fecero parte dell’entourage del maestro furono Juan Rodríguez “Toto”, Eduardo Marino, Astor Piazzolla, Alberto Garcia “Pajarito”, Domingo Mattío, Fernando Tell, Ernesto Baffa e Raúl Garello. Tra i violinisti citiamo Reynaldo Nichele, Pedro Sapochnik, Hugo Baralis, David Diaz, Salvador Falace, Carlos Arnaiz, Alberto Del Bagno e Fernando Suárez Paz. Al contrabbasso si alternarono Enrique Diaz “Kicho”, Rafael Del Bagno, Acides Rossi e Rafael Ferro. Diversi cantanti prestarono la propria voce all’orchestra Troilo, tra i quali segnaliamo Francisco Fiorentino, Alberto Marino, Raúl Berón, Jorge Casal, Carlos Olmedo, Ángel Cárdenas, Pablo Lozano, Roberto Goyeneche, Tito Reyes, Amadeo Mandarino, Roberto Rufino e Roberto Achaval. Anche cantanti donne si esibirono con Troilo, tra queste, Elsa Berón e Nelly Vazquez. Tutti questi nomi occuparono i posti dell’orchestra di Aníbal Troilo dal 1937 al 1975.

Della sua estesa opera di autore e compositore vale la pena citare alcuni brani: i tanghi “Total pa’ que sirvo”, “Pa’ que bailen los muchachos”, “Barrio de tango”, “Garúa”, “Naipe”, “Garras”, “María”, “Sur”, “Che bandoneón”, “Responso”, “Contrabajeando”, “La última curda”, “A Homero”, “Desencuentro”, “Coplas” e “Nocturno a mi barrio”, le milonghe “La trampera”, “Milonga del Mayoral” e “Fechoría”, i vals “Valsecito amigo” e “Romance de barrio”.

Insieme a Carlos Gardel, Troilo fu la figura più amata e riconosciuta nel mondo del tango. Le sue qualità umane ed artistiche si identificarono pienamente con lo stile di vita e di pensiero dell’uomo di Buenos Aires. Troilo morì nella sua città natale il 19 maggio 1975 all’età di 60 anni.

(Traduzione dal testo “La historia del tango vol.2” di Roberto Daus)